Rispetto per le persone con disabilità visive e non solo

 

Ormai, da circa un anno, le misure restrittive introdotte dal cosiddetto governo del cambiamento per combattere il virus, in barba alla nostra costituzione e con il tacito consenso di Mattarella, hanno incattivito il popolo, rendendolo più aggressivo, facendo in modo che si annullassero tutte le relazioni sociali, allontanando i rapporti interpersonali; detto in soldoni: “favorendone l’imbarbarimento.”

Questo modus operandi filonazista pare, non risparmi proprio nessuno, nemmeno chi ha evidenti difficoltà di movimento fra i meandri del traffico cittadino “romano e non solo”, chi è costretto a dimenarsi quotidianamente fra i labirinti delle barriere architettoniche che ostacolano il normale vivere dei soggetti che “come chi scrive hanno difficoltà visive; ogni dì, son costretti a combattere con tali mostri.

Tuttavia, al soggetto normodotato tutto questo, non importa; a tale soggetto che già era viscido; ma, è stato reso ancor più viscido dal delirium tremens da virus acquisito di un governo che ha fatto della virologia telecomandata la sua filosofia di vita, arrivando a rispolverare vecchie pratiche naziste quali il distanziamento sociale e la pratica coranica del burqa “mascherine”, importa l’essere il proprio io e non il noi, il soggetto normodotato, è egoista e razzista per natura, nutre disprezzo per  il suo simile; che suo malgrado ha la sfortuna di avere un handicap, lo giudica un buono a nulla, un parassita dello stato, arrivando per sino ad aggredirlo per strada.

L’episodio di aggressione ed insulti nei confronti di una coppia non vedente e fermamente condannato e denunciato dall’organizzazione di categoria, l’UICI (unione italiana ciechi e ipovedenti), la più antica e forte associazione e io aggiungo non farlocca di disabili, nata cent’anni orsono dalla geniale intuizione di un grande uomo, un non vedente che aveva capito che per dare dignità ai suoi simili, bisognava riunirli in un’unica grande associazione che si battesse per parificarli ai soggetti normodotati, tirarli fuori dall’accattonaggio e dare loro un lavoro dignitoso, quest’uomo si chiamava: “Aurelio Nicolodi”.

Ed egli, aveva visto giusto, infatti grazie alle lotte anche feroci  di questa grande organizzazione che conta ad oggi circa due milioni di iscritti, i non vedenti e gli ipovedenti italiani, hanno una dignità, una pensione, d’accompagno e un nobile lavoro, è accaduto a Roma, nel quartiere centocelle.

La coppia, ha ricevuto offese ed insulti, fino alle percosse da parte di un automobilista; nonostante stessero regolarmente attraversando la strada sulle strisce pedonali e si notasse il loro status di disabilità. Il tutto fra l’indifferenza e il menefreghismo generale.

Questo, egregi signori radical chic che vi inginocchiate per un ragazzo afroamericano ammazzato dalla polizia e non per una militante trumpiana che viene sparata perché rea di manifestare a Capitol Hil, si chiama: razzismo d’italiani contro italiani, odio venale nei confronti di soggetti normali; il cui unico difetto, è quello di non avere gli occhi per vedere; ma hanno il cervello per ragionare, lavorare e vivere normalmente una loro vita, seppur navigando nel buio perenne. Che santa Lucia, li protegga.

Nell’esprimere la mia solidarietà a Sonia ed Alessandro, mi auguro che il governo, riservi una parte del recovery fund all’abbattimento delle barriere architettoniche, non solo per i soggetti videolesi ma per tutti i diversamente abili, cittadini di questo paese alla pari dei normodotati; e quindi, meritevoli di rispetto.

Mimmo Lastella “scrittore e opinionista”.         

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