Lucio Dalla, fra sinistra ed eros

Ho  ascoltato in replica la puntata di una storia da cantare dedicata a Lucio Dalla, un gigante della musica italiana appartenente a quella schiera di cantanti di area culturale di sinistra, “dico di sinistra e non sinistrese”.

Lui, nei suoi testi, ha spaziato dai temi prettamente comunisti “4 marzo 1943″ “sua data di nascita”dove, narra le origini povere di un bambino divenuto adulto, cresciuto da una madre e dalla  gente del porto testo originario della canzone: “per i ladri e le puttane, mi chiamo Gesù Bambino”, piazza Grande, narra la vita di un senzatetto la cui unica casa, è piazza Grande, l’attuale piazza Maggiore a Bologna, un comunismo di tipo utopistico , narrato nel brano: “L’anno che verrà, a Disperato erotico stomp; che ha come tema, l’erotismo solitario di un uomo, giudicato impotente dalla sua compagna che, di notte “indossa il cilicio e di mattina, si trasforma in una cagna in calore. Di questo brano, una vera poesia declamata egregiamente dall’ottimo Gigi Proietti, qualche tempo fa, ne ho fatto una parodia sexy, intitolata: “spericolate erotike esperienze” dove, vado a raccontare le mie spericolate e bizzarre esperienze di sesso con donne in gioventù; la potete trovare come bonus trake, nel libro autobiografico: “Patty Gola Profonda”, in vendita su Amazon. Per non parlare poi, del capolavoro dei capolavori ovvero, il brano dedicato a Caruso, scritto nella suite dove, il maestro alloggiò prima di morire.

Mi voglio soffermare un attimo sul testo di “Disperato erotico stomp”, scritta nel 1977 come autobiografia e dedicata agli uomini soli, in particolar modo sul dialogo che Lucio, immagina con la meretrice incontrata “normalmente” in una strada di Bologna, una donna che “a parte il vestito, la pelliccia e lo stivale, aveva dei problemi, anche seri e, non ragionava male;” una prostituta di sinistra che aveva una visione positiva del futuro, un futuro che, all’epoca in cui, è stata scritta questa canzone,  nonostante gli anni di piombo, s’immaginava essere diverso dall’attuale, non s’immaginavano crisi economiche, irreversibili e difficili da gestire in quanto, c’era la lira bastava svalutare per andare avanti, non si aveva il benché minimo sospetto che l’Italia “con la moneta unica, potesse finire ostaggio di un Europa, senza scrupoli e spietatamente usuraia,  un futuro meno catastrofico.

Lucio alla fine dice di non aver fatto niente,; ma di essere rimasto “solo, solo, come un deficiente”.

E dopo l’incontro con il berlinese perdutosi nel centro della sua Bologna, centro nel quale, non si perde neanche un bambino, se ne ritorna a casa e si rimette in mutande; ma prima si ferma a guardare una stella nel mentre, s’ingrossava la cappella, sale le scale tre alla volta, si stende sul divano e parte la sua mano, in un gesto autoerotico solitario nonostante avesse potuto combinar qualcosa, con la prostituta di sinistra.

Infine, mi preme sottolineare il rapporto positivo e di profondo rispetto che Lucio, aveva per le lavoratrici del sesso, da vero uomo di sinistra, un ideologia che lui applicava quasi alla lettera, girando per la sua Bologna, conversando con gli amici e i cittadini semplici che ora, si vedono smarriti e privi di compagnia; in quanto, non lo vedono più in giro.

Un modus operandi che i sinistresi odierni, si possono solo sognare.

Grande Compagno Lucio Dalla, un Comunista con la C maiuscola.

Mimmo Lastella  “ scrittore e opinionista”