LA DISPERAZIONE DI LORSIGNORI

Orbene, mister fantasy conte Vanesio della Daunia appula, ormai al tramonto della sua gloria, pur di rimanere a galla nella disperazione assoluta ed avendo preso decisioni estreme, nel delirio della sua onnipotenza leggi “miglioria della morte politica”, scaricando la responsabilità sui sindaci che egli credeva suoi sceriffi e podestà; i quali, non sono stati più disponibili a reggergli il moccolo ed hanno tirato i remi in barca, improvvisamente, ha un colpo di genio derivatogli da una misteriosa voce venuta dall’alto, ovvero quello di telefonare a due icone, non solo della musica e della moda; ma anche di quel comunismo geneticamente modificato che chiamiamo comunismo con il Rolex, da qualche tempo egemone nella cultura musicale e nella non cultura gossip para e salottiera italiana: “la nuovamente gravida Chiara Ferragni e suo marito Fedez al secolo Federico Lucia.

A questi illustri personaggi, chiede di promuovere la nuova cultura di stampo islamista e che  a detta del comitato tecnico scientifico “composto anche da virologi della mutua e zanzaristi”, dovrebbe servire a proteggersi dal pericoloso mostro che aleggia sullo stivale italico e non solo: “il covid”; e cioè l’uso della mascherina “leggi burka”.

Ormai, è chiaro che Lorsignori, sono nel caos più assoluto, non sono d’accordo su niente e sul nulla; ma pensano solo a mantenersi la poltrona, escogitando marchingegni di marketing pubblicitario, tanto cari alla propaganda sinistrese; e allora, tirano fuori dal cilindro ciò che potrebbe far più breccia sull’elettorato che ormai, alberga su altri lidi, ovvero l’elettorato giovanile, illudendoli che tutto andrà bene e che dall’altra parte, c’è il vuoto più assoluto; ma, forse costoro, non sanno che quei giovani, cambieranno le sorti del mondo proprio perché, sono senza prospettiva futura, son stanchi della cultura del falso bengodismo e del tutto andrà bene madama la marchesa, inculcati da personaggi costruiti ad arte dall’establishment  mediatico come Fedez e Chiara Ferragni; i quali, si professano comunisti, anarchici sì, ma con il Rolex e conti in banca milionari.

Con buona pace di quei comunisti “veri” che hanno segnato la storia delle lotte operaie in Italia, quei comunisti nati dal nulla, come il sindacalista cerignolano Peppino Di Vittorio vero difensore degli interessi della sua  categoria: “la categoria dei braccianti agricoli, costretti a spaccarsi la schiena nei campi per portare un tozzo di pane a casa.

Quei comunisti che ora, si stanno rivoltando nelle rispettive tombe.

Parafrasando il titolo di un libro del collega scrittore e filosofo: “Marcello Veneziani”, dispera bene, per non rimanere in solitudine.

E questi qua, disperatamente, si sono affidati ai Ferragnez, nuovi leader di un centrosinistra penta stellato ormai al tramonto.

Mimmo Lastella “scrittore e opinionista”