Ed ora: “un patto civico per l’Italia”

 

 

 

 

 

 

Carissimi lettori, carissime lettrici
Non vi nascondo che, dopo tante delusioni avute, mi ero riproposto di non parlare e scrivere più di politica; anche perché, man mano che scorrono gli anni, ci si rende conto che le ideologie, nel senso filosofico del termine, vanno sempre più offuscandosi, facendo divenire la politica, un soggetto direttamente proporzionale ad interessi corporativi e lobbistici che, paragono al movimento del cestello di una lavatrice, ovvero centrifughe “che si spostano da un lato all’altro dello scacchiere a seconda del vento che tira”.

Tuttavia, all’indomani delle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, due parole sull’argomento le voglio spendere.
Credo che, alla luce di tali risultati, le forze che sostengono l’attuale governo, ovvero il centrosinistra e il M5s, debbano iniziare a pensare alla creazione di una sorta di patto civico per L’Italia e cioè ad una alleanza in grado di frenare l’avanzata delle destre, in particolar modo della destra salviniana.

Tale patto, qualora dovesse nascere, dovrebbe presentarsi all’elettorato, con proposte programmatiche a dir poco rivoluzionarie, in rottura con le politiche poste in essere, sia dai governi di centro-destra, sia da quelli di centrosinistra.
Quali potrebbero essere, queste proposte programmatiche?

La prima, è porre in essere una seria e radicale politica di redistribuzione della ricchezza, attraverso un corposo aumento di pensioni e stipendi che, non si limiti alla mera riduzione del cuneo fiscale; ma, bensì ad un vero e proprio innalzamento dei netti in busta paga che, procedono di pari passo con l’aumento repentino del costo della vita. “leggi reintroduzione della vecchia scala mobile”.
Seconda proposta: “creazione di una banca pubblica, in grado di garantire seriamente cittadini ed imprese che, purtroppo per svariati motivi, , si trovano in gravi difficoltà economiche, superando di fatto la legge N° 3 del 27 gennaio del 2012 detta anche: “legge salva suicidi che obbliga il soggetto sovra-indebitato a rivolgersi giocoforza dal giudice per vedersi ridurre ed azzerare il debito contratto con il fisco o, con banche e finanziarie”.

Credo infine che, vada rivisitato il reddito di cittadinanza; perché, cosi com’è, non va.
Tale misura, deve essere resa direttamente proporzionale all’effettiva ricerca occupazionale del soggetto beneficiario; per esempio: “1000 euro al mese per 48 mesi che dovrebbero essere girati al datore di lavoro che assume il soggetto beneficiario a tempo indeterminato, in modo tale che questi, possa pagare gli oneri contributivi e fiscali”.
Qualora, il soggetto beneficiario del reddito, dovesse rifiutare tre proposte di lavoro, tale rifiuto, comporta la perdita definitiva del sussidio economico.

Questi , in sintesi dovrebbero essere i punti programmatici epocali e da rivoluzione copernicana sui quali una vera alleanza civica e di “salvezza democratica” dovrebbe basarsi.
Ovviamente, non tralasciando i temi relativi ai diritti civili e alle libertà individuali e di coscienza.
Mimmo Lastella scrittore e opinionista.