C’era una volta il comitato feste patronali (Mimmo Lastella)

Carissimi lettori, carissime lettrici

Come ogni anno, l’estate segna il periodo delle feste patronali, un usanza che è più marcata a sud.

Come in tutti i paesi e città meridionali, anche nella mia, si festeggia il santo patrono: “san Cataldo, vescovo irlandese che la leggenda narra, sia apparso ad un contadino Coratino: Quirico Trambotta, chiedendogli di erigere una chiesa in suo onore, sul terreno che stava arando “l’attuale chesa dedicata alla madonna Incoronata”; ed abbia liberato la città da una terribile peste.

A Corato, la festa in suo onore, si è tramandata nei secoli, vi sblocco un ricordo: “da piccolo, chi scrive, partecipava alle tre solenni processioni, dapprima come confratello e poi come suonatore di campane; in quanto, collaboratore della chiesa collegiale “all’epoca parrocchia” di Santa Maria Maggiore”, con il suo lato sacro e il suo lato profano.

Il lato sacro, ovviamente rappresentato oltre che dalle solenni processioni, anche dalle celebrazioni eucaristiche “triduo, pontificale ecc”.

Il lato profano, rappresentato dalle luminarie, bancarelle intorno allo stradone, giostre e l’immancabile frastuono della gente; il tutto condito dal fuori programma musicale “quest’anno affidato al cantante Daniele Silvestri. Oltre ai concerti a piè fermo delle bande di musica e fuochi d’artificio “ù spar’ d’ san Catall'”, in dialetto.

Voi direste: “normale routine di fine estate, dov’è la stranezza?”

La stranezza del caso è rappresentata dall’organizzazione dell’evento, un tempo affidata al comitato feste patronali, composto da un comitato d’onore, rappresentato dalle autorità civili, religiose e dai priori delle confraternite cittadine e da un organo esecutivo, rappresentato dal presidente “coordinatore della festa” e dai suoi collaboratori.

Oggi, causa globalizzazione turbo-capitalistica, il tutto è affidato ad un’associazione esterna “eccetto la parte religiosa di competenza delle autorità ecclesiastiche e della Deputazione Maggiore di San Cataldo.”

Ergo: “benvenuti nell’era tecnocratica delle feste patronali, sponsorizzate dal colore politico di turno e dalle sue agenzie collaterali. Nel caso di Corato da Corrado & Company.

M. L. “scrittore e opinionista”

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