Voglia di cambiare per non cambiare nulla (Mimmo Lastella)

Carissimi lettori, carissime lettrici

Non voglio annoiarvi col solito disco rotto sull’ipocrisia e la faccia da vecchia meretrice  di chi oggi festeggia la liberazione dell’Italia dal nazifascismo; voglio un po’ analizzare la vittoria “per fortuna, non schiacciante” del gerontofilo d’oltralpe, compare di nozze dell’Europa tecnocratica e liberista.

Ormai, il mantra della paura, condito con dosi di strategia guerrafondaia , imposta dagli Usa, sta facendo breccia sul popolo, impaurendolo e facendogli credere che un eventuale cambio di sistema, lo porterebbe ad isolarsi dal resto del mondo “occidentale”, alla rovina economica “tutto il contrario di tutto”.

Ora, fra chi scrive e Marine Lepen, vi è un abisso ideologico e culturale “non foss’altro che non ostante l’età, è ancora una bella donna; ma questa , è deformazione professionale che nulla c’entra con la politica, ho voluto sottolineare il fatto che, mi è simpatica”. Ma, essa e il suo rassemblement  National, rappresentava l’alternativa al liberismo sfrenato dell’establishment dominante, un tentativo (e sottolineo tentativo”di riportare la Francia verso un sovranismo puro, indipendente o poco dipendente dall’Europa dei banchieri.

Accorciamo le chiacchiere: “voglia di cambiare, per non cambiare nulla “; in quanto, l’arcipelago sovranista, è al suo interno diviso, ostaggio di steccati ideologici e dogmatici: “a destra dal conservatorismo nudo e crudo e da una sorta di confessionalismo di tipo religioso(Dio, patria e famiglia), a sinistra dall’ossessione del fantasma fascista <neanche un voto alla Lepen>”, steccati e dogmi che impediscono la creazione di una sorta di  comitato di liberazione nazionale ed internazionale, in grado di proporre un alternativa di sistema che liberi le nazioni europee dal cappio Ue e le riporti alle legittime sovranità monetarie e popolari.

Un po’ come, avvenne in Italia quel 25 aprile del 1945 che la liberò dal nazifascismo; in quell’occasione, si misero insieme social-comunisti  e democristiani, laici e cattolici, operazione che si concluse col referendum del 2 giugno e la cacciata dei Savoia dal paese.

Non voglio essere accusato di bestemmia o di revisionismo storico specie dai Salomoni sinistri : ma  qualche tempo fa, l’allora segretario dell’Msi-fiamma tricolore Luca Romagnoli, lanciò una proposta a dir poco dirompente, ovvero: “se gli estremi si attraggono, perché, non si uniscono?”

M. L. “scrittore e opinionista”