Virtual sex: “un racconto nato su whats app” (Mimmo Lastella)

Carissimi lettori, carissime lettrici.

Con l’avvento delle nuove tecnologie, anche quello che io chiamo “il libero esercizio dell’attività sessuale, ha subìto il suo repentino adeguamento ad esse, specie fra i giovani, l’amplesso, mi riferisco a quello reale, fatto di preliminari, effusioni e posizioni kamasutriche fino al raggiungimento dell’apice del piacere carnale e del suo definitivo appagamento attraverso il conseguimento dell’orgasmo, è stato sostituito dal sesso virtuale, ovvero costruito ad hoc con l’ausilio di cellulari, webcam e piattaforme web dedicate che su questa nuova moda di fare erotismo ma anche sesso sfrenato, hanno costruito le loro fortune economiche. Parafrasando il filosofo “Diego Fusaro”: “una nuova frontiera del nuovo ordine turbo-capitalistico neoliberale erotico e arcobalenico,” con il dovuto rispetto per quella fascia di esseri umani che hanno un orientamento sessuale diverso dall’etero maschio virile.”

La mia ultima fatica letteraria: “Virtual sex sottotitolata sesso virtuale”, narra la storia di un uomo: “Massimo”, un impiegato cinquantenne di un paesino dell’entroterra barese, innamorato follemente di Maretta, maddalenica meretrice e badante, un po’ per vizio, un po’ per necessità e di sua figlia “Lucrezia” chiamata affettuosamente “Lulù”, anch’essa amante del mestiere più antico del mondo perché, non ha voglia di lavorare.

La relazione fra Massimo, Maretta e successivamente con Lulù, ha origini lontanissime. Risalenti a circa vent’anni fa, quando Massimo, lavorava come addetto alla hall di un ospedale; e in quel contesto “complice la malattia della madre di lei”, si conoscono e causa situazione economica precaria della famiglia, iniziano un rapporto sessuale “reale” di tipo mercenario.  (la badante storia di straordinario meretricio febbraio 2015).

Ma, causa vicissitudini giudiziarie di Maretta, finita in carcere per spaccio di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione, il trio focoso, si perde di vista per parecchio tempo; finché un giorno, Massimo, scopre da un post di Lulù, la prematura dipartita di Franco, marito di Maretta e padre di Lei.

Partendo da quel post, il focoso ed incontentabile impiegato, coglie l’occasione per riattaccar bottoni, ma purtroppo causa la reclusione di mamma Maretta e i problemi personali della girl, il rapporto si trasferisce su Whats app, trasformandosi da un rapporto reale eccitante e pieno di fantasie indicibili, in un altrettanto eccitante e fantasioso rapporto virtuale, sempre e comunque mercenario.

Tuttavia, complice l’irrefrenabile voglia di Massimo e Lulù di far sesso vis avi, i due dopo una miriade di amplessi virtuali, decidono d’incontrarsi dal vivo. (cap quarto e cap decimo).

Un romanzo tratto da una storia vera che vi consiglio di leggere; anche perché, ricco di situazioni accattivanti ed eccitanti, condite da un pizzico d’arte funerea e, alcune espressioni goderecce dialettali, un genere di racconto porno-malavita, in stile Gomorra, con l’unica differenza, ovvero nella mia narrazione, non muore ammazzato nessuno “al massimo si muore di malattia” e soprattutto, si parla di fecondazione, IVG (interruzione volontaria di gravidanza), ostetricia e ginecologia.

Il libro è fruibile a pagamento sull’iBookStore “anche in versione cartacea” di Amazon e kobo-Mondadori.

Vi auguro una buona ed eccitante lettura.

M. L. scrittore e opinionista”