Morto Luciano De Crescenzo, il filosofo che raccontò Napoli

Ingegnere, scrittore, regista, attore, conduttore televisivo, aveva quasi 91 anni. Il sindaco de Magistris proclama il lutto cittadino per il giorno dei funerali, disposto che sugli edifici pubblici le bandiere siano poste a mezz’asta.

Addio al professor Bellavista, oggi 18 Luglio 2019, si è spento Luciano De Crescenzo, fatale una polmonite. Era ricoverato da alcuni giorni a Roma ed è stato assistito fino all’ultimo dalla figlia Paola, dai nipoti e dall’agente Enzo D’Elia. E’ stato un’artista poliedrico, napoletano doc, scrittore, regista e interprete di film cult come “Così parlò Bellavista” e “32 dicembre”.

De Crescenzo era nato il 20 agosto 1928 a Napoli, nel borgo di Santa Lucia, nello stesso palazzo di Bud Spencer, di cui fu grande amico. Viveva da tempo con la famiglia nella capitale, avrebbe compiuto 91 anni tra un mese.

Laureato in ingegneria, De Crescenzo ha lavorato per vent’anni all’Ibm Italia, raggiungendo il livello di dirigente nella sede di Roma. La sua passione per i libri e la filosofia si è tradotta nel ’77 con la pubblicazione per Mondadori di “Così parlò Bellavista”. Nonostante il successo editoriale, De Crescenzo sceglie di non abbandonare il posto fisso. Solo una fortunata partecipazione a “Bontà loro”, il talk show di Maurizio Costanzo, lo convince a rinunciare allo stipendio sicuro. Da quel momento il suo percorso professionale è ricco di tappe.

Nel corso degli anni Luciano De Crescenzo è diventato un autore di successo internazionale. Ha pubblicato una cinquantina di libri, vendendo 18 milioni di copie nel mondo. Le sue opere sono state tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 paesi. Fra il 1976 e il 1977 “Così parlò Bellavista” vendette oltre 600mila copie.

Inoltre, ha scritto, diretto e interpretato quattro film: “Così parlò Bellavista” nel 1984, “Il mistero di Bellavista”, il sequel girato l’anno seguente, poi “32 dicembre” nel 1988 e “Croce e delizia” nel 1995. Da attore è stato diretto da Renzo Arbore nel film “Il pap’occhio” e “FF.SS.” – Cioè: “…che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?”, nel 1980 e da Lina Wertmüller in “Sabato, domenica e lunedì” nel 1990.

“Luciano De Crescenzo è stato una delle figure più belle, più semplici, più rappresentative dell’umanità e della cultura meridionale. Il filosofo di Napoli, della nostra terra” scrive sui social il presidente della Campania, Vincenzo De Luca.

“Una notizia che mi rattrista profondamente. Quanto ci hai fatto ridere, riflettere, pensare. Hai raccontato Napoli come pochi altri. Ciao Luciano” ha scritto su Facebook Roberto Fico, presidente della Camera.

“De Crescenzo è stato un uomo di grande cultura, di fine ironia, di naturale simpatia: un vero signore, un ambasciatore di Napoli nel mondo – dice l’ex sindaco Antonio Bassolino.

“Luciano De Crescenzo mi è caro non solo perché è stato un grande napoletano, ma anche perché ha sempre ricordato con orgoglio le sue origini professionali come ingegnere, queste le parole di di Edoardo Cosenza, presidente Ordine ingegneri di Napoli.

“Ricordo quando a Bontà loro, nel 1977, presentai il libro di Luciano De Crescenzo ‘Così parlò Bellavista’. Allora era un ingegnere. Ecco, lo dico sinceramente: quella trasmissione lo fece dimettere da ingegnere e fece lo scrittore”. Maurizio Costanzo “rivendica” così di aver lanciato De Crescenzo.

“Esprimo il cordoglio personale e della città di Napoli per la fine terrena del grande Luciano De Crescenzo, uomo di immensa cultura che ha saputo interpretare l’anima del popolo napoletano. Persona di estrema intelligenza, enorme cultura e di una naturale simpatia tutta partenopea. Lo ricorderemo tutti con immenso affetto e gratitudine”. E’ il messaggio del sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

Marisa Laurito era accanto a lui, insieme a Renzo Arbore, quando De Crescenzo si è spento a Roma, in ospedale: “Non lo abbiamo mai lasciato solo in questi giorni, gli siamo stati sempre vicini, se ne è andato serenamente“, “Luciano era la mia famiglia, è stato mio padre, mio figlio, un parente stretto, tutti i Natali li abbiamo passati insieme e non trattiene le lacrime.

“Con la scomparsa di Luciano De Crescenzo perdiamo tutti un grande amico – dice Arbore con la voce rotta dal pianto – Era un maestro per tutte le cose belle che c’ha fatto conoscere. È una gravissima perdita per la cultura italiana e per la città di Napoli di cui era un esponente fiero ed orgoglioso”. Lo ricorderemo domani in Campidoglio e dopodomani lo accompagneremo a Napoli, voleva essere riportato assolutamente”, conclude Arbore. “Tra le altre cose che ho imparato di lui, forse la più importante è l’umorismo napoletano raffinato, di cui era maestro”. 

Quando Luciano De Crescenzo si beffò della camorra: “Fate una vita di m… Sicuri che vi conviene?”, questo era l’uomo limpido De Crescenzo.

La camera ardente sarà allestita nella Sala della Protomoteca in Campidoglio domani, venerdì 19 luglio. E sarà aperta al pubblico è dalle 10 alle 20.