MINISTRO LOLLOBRIGIDA, SI LEGGA QUESTA DICHIARAZIONE DEL GRANDE GIUSEPPE DI VITTORIO (MIMMO LASTELLA)

Nel 1949 a Genova si tiene il congresso della Cgil.

Era un appuntamento importante dove il segretario Giuseppe Di Vittorio portava a compimento il piano del lavoro, un appello allo sforzo congiunto di Stato, imprese, lavoratori, per assorbire 2 milioni di italiani senza occupazione, stipendi e un tetto dignitoso sulla testa.

La stessa proposta rivendicava anche un “minimo di salario” per braccianti agricoli sfruttati allora come oggi (“minimo di salario” allora, “salario minimo” oggi).

E poi, quasi a chiosa, il sindacalista più amato aggiungeva un paio di righe.

Queste.

“Scusatemi una breve digressione: ho personalmente conosciuto quella miseria abbrutente, la disoccupazione, quelle sofferenze, quelle umiliazioni, e dico, signori, che lasciando da parte ogni altra considerazione, e solo per dovere di umanità, la società deve intervenire con tutto il coraggio necessario per colpire i privilegi e assicurare ai lavoratori della terra, specialmente del Mezzogiorno e delle Isole, non un tenore di vita elevato, non una condizione di benessere, ma una vita tollerabile e un poco più umana”.

“Ho personalmente conosciuto quella miseria abbrutente”: non è retorica, e sostanza per chi voglia comprendere dove fonda il crollo di reputazione di un pezzo del ceto politico.

A dirla seccamente, in quelle generazioni la spinta a confliggere con l’ordine guasto del mondo non nasceva per forza da buone letture, quelle sarebbero venute dopo, ma dall’avere condiviso sofferenze e umiliazioni.

Poteva essere la miseria delle campagne di Cerignola dove il futuro capo di operai e braccianti viene spedito a faticare quando aveva appena dieci anni o la necessità di unirsi a compagni di lotta in un antifascismo militante.

Resta il dato, a forgiarsi erano un’anima e una funzione, profili di una classe dirigente che avrebbe scortato il paese alla democrazia e alla Repubblica.

Ecco, tutto qui quello che manca ai nuovi potenti della destra, ma non è poco e può indurre un ministro nella calura estiva a sproloquiare sulla dieta e il carrello della spesa di donne e uomini che evidentemente non ha mai guardato negli occhi.

M. L. “scrittore e opinionista”

Si ringrazia l’on Gianni Cuperlo per aver pubblicato in primis questa riflessione

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