Reintroduciamo la scala mobile (Mimmo Lastella)

Carissimi lettori, carissime lettrici.

Si sta parlando tanto di bonus energia, bonus benzina e altri bonus e contentini vari; che, non risolvono alla radice il problema, riemerso dopo tanti anni, del carovita, un tempo, battaglia tanto cara al PCI, ed oggi completamente ignorata dai cosiddetti suoi eredi.

Per risolvere alla radice questo problema che attanaglia il popolo italiano , occorre aggiornare , stipendi e pensioni, rimasti fermi ad almeno un decennio; e che, la cosiddetta concertazione tra padronato e sindacato, non ha risolto definitivamente; in quanto, il grande capitale, tende sempre più a ridurre l’aumento contrattuale e, il sindacato, tende più a difendere il proprio orticello, piuttosto che all’interesse collettivo dei lavoratori, lo si è visto con l’introduzione del green pass sul posto di lavoro e obbligo vaccinale.

Un tempo, vi era uno strumento “che oggi verrebbe chiamato algoritmo,” di aggiornamento automatico di stipendi e pensioni al ritmo di vita, denominato “scala mobile o contingenza” che, consentiva alle retribuzioni di adeguarsi automaticamente agli aumenti di beni di consumo, meccanismo che se, la memoria, non mi inganna, scattava ogni trimestre; in una parola sola, consentiva il recupero del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, garantendo in un certo qual modo, una equità sociale accettabile.

Tale strumento, venne abolito nel 1985, con un referendum abrogativo, voluto dalla sinistra al governo “all’epoca c’era Craxi”, questa abrogazione, fece da apripista alla concertazione e al dominio del padrone sull’operaio, restaurando di fatto la vecchia mania medioevale dell’uomo che si reca sotto il portone del latifondista, col cappello in mano per elemosinare un tozzo di pane per sé e la propria famiglia.

Reintrodurlo, sarebbe un atto di civiltà, significherebbe ripristinare un sacrosanto principio di equità e giustizia sociale, consentendo alla grande massa dei consumatori, rappresentata da lavoratori dipendenti, salariati e pensionati di recuperare il proprio potere d’acquisto, perduto con l’introduzione dell’euro , garantendo equità sociale e riducendo la sperequazione.

Infine, il reddito di cittadinanza, andrebbe utilizzato in maniera del tutto diversa, rispetto alla logica assistenzialista pensata dall’ignorante mente che l’ha ideato, ovvero andrebbe utilizzato per produrre posti di lavoro, girandolo all’imprenditore sano che intende assumere un operaio a tempo indeterminato, consentendogli di pagargli  i contributi previdenziali.

Queste mie idee, vi sembreranno idee bolsceviche e marxiste, ma sono idee che renderebbero giustizia ad un popolo, reso sempre più schiavo dei padroni e della finanza, dettata da regole europee di tipo usuraie e delle quali, Mario Draghi, ne è l’esimio rappresentante.

M. L. “scrittore e opinionista”.