Carissimi lettori, carissime lettrici
La pensione per un lavoratore, è la fine della sua vita lavorativa.
Per circa quarant’anni egli, è stato costretto a sottostare alle regole imposte da un padronato , col tempo “complici i vari governi di destra e della cosiddetta sinistra”, sempre più aggressivo e sfruttatore; a levatacce mattutine, al pendolarismo per raggiungere in tempo il posto di lavoro , a subire umiliazioni e soprusi da parte dei crumiri e cani da guardia del padrone. Il tutto per portare uno stipendio a casa e consentirgli di mettere il piatto in tavola e sfamare la famiglia.
Poi, arriva il momento di congedarsi da tutto ciò; perché, si matura il diritto al pensionamento; e allora, si ritorna indietro nel tempo, ovvero si ritorna liberi, liberi, come l’aria!
Liberi di alzarsi tardi al mattino, liberi di andare dove si vuole, senza i lacci e laccioli, imposti dal padrone.
Liberi di godersi la famiglia, i propri figli e nipoti ; magari al mattino, portarli ai giardinetti pubblici.
Liberi di terminare il pellegrinaggio terreno, in grazia di Dio e come si è nati, ovvero liberi.
Questa, è l’età della pensione, l’età della libertà.
Chissà se, i giovani d’oggi, ci arriveranno?
M. L. “scrittore e opinionista”