Prostituzione, arrestati i titolari del night Valentine di Pontedera

Operazione “Lucifera” era così chiamata dal nome d’arte di una delle principali esibizioniste, condotta dai carabinieri di Pontedera che hanno eseguito nell’arco della mattinata del 29 marzo, le misure di custodia cautelare disposte dal Gip del Tribunale di Pisa al termine di un’indagine avviata nel novembre 2017.

Il locale il club “Valentine” di Pontedera nella zona industriale ‘La Bianca’ al momento è sotto sequestro. Le donne italiane che lo frequentavano erano solite prostituirsi anche nelle case di privati con un ‘listino prezzi’ che partiva da 100 euro in su. Il traffico sommerso fruttava migliaia di euro. Sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione: questi i due reati contestati ai titolari, da tempo operanti nel settore dei circoli scambisti, ad essere arrestati sono stati Aniello Sepe, 52enne originario campano, e Aurora Marianna Vasiunuc, 32enne di nazionalità romena. Altri due soggetti, un uomo ed una donna, sono invece destinatari di informazione di garanzia per il reato in concorso, uno per la presidente dell’associazione ritenuta di copertura, nome d’arte ‘Lucifera’, lei stessa si esibiva nel locale notturno e l’altro ad un uomo del posto che avrebbe finanziato l’attività aperta nel gennaio 2017. dietro la parvenza di questi circoli di facciata, nati come sede di associazioni socio-culturali (tale era l’oggetto del club Valentine), che si celava l’esercizio di una vasta attività di prostituzione gestita professionalmente.

Un’indagine svolta con servizi di osservazione e pedinamenti, chat e audizioni registrate delle donne coinvolte, costrette a pratiche di sesso estremo o di gruppo con uomini non graditi con clienti, molti dei quali piccoli professionisti, commercianti, operai. Nelle conversazioni le donne esprimevano tutta la loro delusione per i compensi corrisposti loro dai due responsabili: una sorta di vera e propria dichiarazione di sfruttamento. I ruoli degli arrestati era centrale: l’uomo, un pregiudicato di origini italiane, era preposto al primo contatto con i clienti, dalla riscossione del biglietto d’ingresso che oscillava tra i 50 e gli 80 euro, fino alla distribuzione di contraccettivi. La maitresse, nella vita assieme all’italiano, era la vera protagonista della scena, a lei competeva l’organizzazione della serata, la preparazione delle ragazze e il loro avviamento alle pratiche sessuali, la costrizione, quando ricorrevano le necessità, a prestazioni, anche in presenza di uomini non graditi, il controllo dei rapporti tra le donne e i clienti, per evitare frequentazioni al di fuori del club.

Le donne venivano spinte a prostituirsi con persone indesiderate con il grosso dei guadagni che finiva ai gestori. Guadagnava di più anche chi si esibiva nel locale, venivano ad esempio invitate personalità del mondo hard per fare pubblicità all’attività. Fra le vittime ci sono casalinghe, chi ha un contratto precario e cercava in sostanza di arrotondare.
Tramite le attività di indagine sono state registrate almeno 30-40 presenze giornaliere, persone che accedevano a qualunque orario alla struttura. Le donne coinvolte nell’attività di prostituzione sono almeno una ventina. Gli incontri avvenivano sia nel locale che in appartamenti in disponibilità degli arrestati.

Il giro di affari dell’attività illecita stimato dagli investitori ammonterebbe a migliaia di euro.