Ora parlo io: Axel Ramirez fonda il “Nappismo” e Valentina Nappi continua a perdere credibilità

Valentina Nappi sembra essersi ripresa dopo la batosta inflittale da Matteo Salvini visto che continua a far discutere sui social. Sulla falsariga del “Dipreismo” è nato il “Nappismo”, movimento intellettuale anti Valentina Nappi, fondato dal multipremiato dell’Hard Axel Ramirez, su idea e progetto datogli dalla Porno Diva Heidy Cassini.

Chiediamo quindi ad Axel Ramirez: Ma Valentina Nappi è ancora credibile come pornostar oppure oramai è soltanto alla ricerca ossessiva dello scoop per far parlare di sé proprio come Andrea Diprè?

Axel sorride e dice: Oramai è diventato un trend per tutti coloro che vogliono un po’ di pubblicità gratuita, basta parlare male di Salvini ed ecco che parte il trollaggio. Una cantante di cui non faccio il nome per non farle pubblicità ha usato uno stratagemma simile, risultato ospitata da Barbara D’Urso e servizio de Le Iene. Tutto come da programma: trollaggio riuscito. Purtroppo tutto ciò è figlio diretto della nuova era, quella in cui non serve aver talento, non serve neppure più la raccomandazione: basta avere visualizzazioni, like e condivisioni per essere una star. L’era dei social ha generato le fashion blogger, gli Youtuber, le marketing influencer, mansioni che fino a qualche tempo fa erano impensabili. Oggi tutti possono essere sedicenti attori, registi, star; basta sapersi muovere nella giungla social.

Quello che dice la Nappi è un continuo controsenso: ma non da oggi, da sempre. Il Nappismo si basa su una figura femminile, qualunque cosa scriva lei riceve like e commenti positivi. Tanto si sa che o sono fake o sono morti di figa che non sanno manco cosa abbia scritto, troppo impegnati a fissare l’immagine della scollatura per preoccuparsi del concetto del pensiero che ha voluto esprimere. Mettere like e commentare positivamente perché? Nella fantasia malata dei morti di figa, può essere che così riusciranno prima o poi ad avere un incontro intimo con la loro musa. Lei lo sa benissimo che i like ed i commenti positivi nei suoi confronti sono dovuti solo grazie alla sua scollatura o al suo tanga. È la stessa tecnica di una spogliarellista che “convince” un cliente di un locale a fare un privè. Io credo che una figura come quello che lei rappresenta non abbia bisogno di queste cose.

Cose del genere fanno molto male all’hard che già ha parecchi nemici come Mario Adinolfi, portavoce del Popolo della famiglia che vorrebbe parlare di moralismo quando probabilmente è l’ultima delle persone che si può permettere di additare qualcuno. Fenomeni social come Diprè, Nappi et similia portano pubblicità effimera solo a loro stessi ma distruggono in silenzio l’hard e la sua credibilità: sfruttano l’hard per i loro giochini social.

E non finisce qui… ne parlerò ancora