La scuola di un tempo

Premetto che di scuola, non me ne intendo molto; voglio solo sottolineare un dato di fatto, ovvero che da circa vent’anni a questa parte, la scuola, è cambiata di parecchio, in peggio.

A parte lo sfascio alla quale l’hanno portata i vari ministri e ministre che si sono succeduti/e in ultima la gnocca e solo quella: “Azzolina”, in quanto la ritengo incompetente, sono cambiati anche i rapporti umani.

Ricordo che un tempo a scuola, ci si andava oltre che per imparare a leggere, scrivere e far di conto, anche per imparare a socializzare con i compagni, le compagne e gli insegnanti; all’epoca, non c’era internet, si utilizzavano: il telefono di casa per comunicare fra noi e “nota di colore” i fogliettini volanti per scambiarsi i primi timidi messaggi d’amore.

Era l’occasione primaria per noi ragazzi e ragazze per avere l’approccio col rapporto sociale umano extra famigliare, si discuteva di tutto e di più dallo sport alla politica, ai problemi quotidiani e dulcis in fundo delle prime pulsioni e fantasie erotiche.

Si trattava di un erotismo genuino; in quanto si fantasticava su le prof bone, sbirciando le cosce sotto la cattedra, sulle compagne di banco specie in estate quand’esse, si scosciavano, si dava un occhiata ai giornalini hot dell’epoca: “Le ore, albo Bliz; ricordo che allora, le tettone di Carmen Russo, erano all’apice della hit parade dei desideri erotici dei ragazzi ed in fine “se c’era simbiosi” scattavano le prime limonate dietro i vicoli dei centri storici deserti.

Ah! che bei tempi quando la scuola era veramente educativa, c’era rispetto reciproco, si scherzava, senza offendersi e farsi male; tuttavia, non mancava il bullismo ma, in minima quantità.

Oggi, la scuola secondo il vangelo di santa Lucia Azzolina, si fonda d’apprima sulle teche, per fortuna svanite per finire all’invenzione del secolo: i banchi mono posto con sedie a rotelle da trecento euro cada uno.

Il tutto condito dalla teoria del distanziamento sociale e delle mascherine.

Insomma, il virus, è il capro espiatorio affinché, si accentui sempre più l’odio sociale e, la scuola, si allontani sempre più dalla realtà quotidiana.

A mio modesto parere, tutto ciò, contribuirà alla diffusione del bullismo e restando ai tempi moderni, al cyberbullismo.

Per favore, ministra Azzolina, si dimetta e lasci il posto a chi di scuola se ne intende veramente; perché la scuola è una cosa seria e la cultura del sapere, è la base fondamentale per determinare la governance del futuro.

A meno ché, Ella, non ha deciso di applicare la teoria di Pierino torna a scuola che per raccontare una barzelletta si alzò in piedi ed esclamò: “popolo ignorante, stateme a sentì!” ergo: “il popolo non deve sapere, non deve conoscere e non deve imparare per permettere a noi e ai  nostri discendenti di governare in eterno”.

Non dico che dobbiamo riportare la scuola indietro nel tempo; ma, quantomeno renderla efficiente e più istruttiva.

Ministra azzolina, se Lei, è in grado di fare questo, l’amerò anch’io, può starne certa.

Mimmo Lastella “scrittore e opinionista”