Jake LaMotta, addio all’ultimo mito del pugilato

Jake LaMotta, all’anagrafe Giacobbe La Motta, classe 1921, detto il toro del Bronx, il mitico pugile
italo-americano alla cui vita si è ispirato Scorsese nel film “toro scatenato“, è morto oggi 20/09/2017 all’età di 96 anni per una presunta polmonite.

Jake LaMotta, il Toro del Bronx, il mitico pugile alla cui vita è ispirato il film “toro scatenato“ di Martin Scorsese, interpretato da Robert De Niro, è morto oggi all’età di 96 anni per una polmonite. LaMotta era nato a New York il 10 luglio 1921, ma lui diceva di essere del 1922, Jake è stato un pugile e un uomo controverso dentro e fuori dal ring. E’ stato campione del mondo dei pesi medi nel 1949, ha combattuto in 106 incontri a livello professionistico, ha battuto i suoi avversari ben 83 volte di cui 30 per k.o. ha subito 19 sconfitte e sottostato a 4 pareggi. Il grande campione perse il titolo nel 1951 contro Sugar Ray Robinson e solo dopo essersi ritirato, nel 1960, LaMotta ammise davanti alla Commissione del Senato americano, di aver perso intenzionalmente l’incontro su pressioni insistenti della mafia.

Robert De Niro portò sul grande schermo il carattere brusco e paranoico di quel ragazzo irrequieto cresciuto nelle vie del Bronx, allenandosi ferocemente per arrivare ai vertici della boxe… e ci arrivò, per poi crollare tra problemi creati nell’ambiente delle scommesse e problemi familiari, infatti ebbe sei figli da sette mogli differenti e molte, moltissime cattive compagnie. L’interpretazione di De Niro fu premiata con l’Oscar come miglior attore.

A dare la notizia della morte del grande Jake LaMotta è stata una delle figlie del pugile, Christi LaMotta, che, sulla sua pagina Facebook, ha postato l’annuncio della morte del padre, senza spiegarne però i motivi del decesso ma, secondo i ben informati, LaMotta sarebbe morto di polmonite mentre era ricoverato in una casa di cura. Con LaMotta muore uno degli uomini più controversi e duri del pugilato ma non muore il mito di chi ha saputo rendere famosa e seguita la boxe di quegli anni, nonostante la mafia ne decretò per interessi la sua sconfitta sul ring, ma solo dopo essersi ritirato, nel 1960, LaMotta ammise dinanzi al Senato americano di aver perso intenzionalmente un incontro su forti pressioni della mafia, quella mafia che a quel tempo non risparmiava nessuno, povero o ricco, campione dello sport o mito, quella mafia che aveva le sue stesse radici, ma che nonostante tutto e per interessi, ha voluto sacrificare anche il grande campione, un toro sul ring, un “Toro Scatenato”. Riposa in pace ora, mito, mito di tanti ragazzi che come te volevano arrivare, volevano farcela e mito dei ragazzi di oggi che col tuo ricordo salgono sui ring di tutto il mondo, pronti a vincere ognuno la propria gara e a vincere contro chi ancora a oggi cerca di pilotare il mondo dello sport e di macchiarlo attraverso quello delle scommesse.