Ennio Fantastichini morto per emorragia cerebrale

Romano di nascita, aveva 63 anni, Ennio Fantastichini è morto per le complicanze di una leucemia, era affetto da neoplasia ematologica, a stroncarlo sono state le emorragie cerebrali per complicanze polmonari ed intestinali. Era ricoverato in rianimazione a Napoli dal 13 novembre e i suoi ultimi 15 giorni sono stati un’agonia.

Nato a Gallese, paesino del viterbese, il 20 febbraio del 1955, Ennio era figlio di un maresciallo dei carabinieri, era cresciuto a Fiuggi, per poi andare a Roma a vent’anni, per iscriversi all’Accademia d’Arte Drammatica.

Fantastichini era grande, grosso, sanguigno, una presenza imponente in ogni inquadratura dei film che ha interpretato, ancor più imponente risultava essere sul piccolo schermo, nelle fiction di successo di Rai e Mediaset, che gli hanno dato quella popolarità che per lui era un autentico carburante per la sua professione e la sua vita; ma lui sapeva essere anche interprete sottile e raffinato, come Gian Maria Volonté.
Si lascia alle spalle quasi 50 film, una quindicina di ruoli in tv, varie presenze in palcoscenico.

Per Ennio il vero amore era la cinepresa, la passione per l’arte è sempre stata di famiglia, anche suo fratello Piero si è poi affermato come pittore e scultore.

Ennio era molto riservato, la sua vita privata è stata tormentata e difficile, con due storie d’amore e un figlio tanto amato, Lorenzo, che ha sempre tenuto lontano dal gossip e dagli scandali.
Chi l’ha conosciuto ha sempre avuto l’impressione che dietro una grande vitalità si celasse un carattere fragile, solo apparentemente aspro e in perenne ricerca d’affetto.

La lezione dell’Accademia lo ha aiutato a saper usare l’alternanza tra interpretazioni sommesse ed altre volutamente sopra le righe, con un controllo rigoroso della lingua e un metodo quasi istintivo di usare tutto il corpo per costruire il personaggio. L’attore rimane nel cinema italiano l’esempio del perfetto coprotagonista: un caratterista come non ce ne sono più.

Candidato molte volte ai premi nazionali custodiva gelosamente le grandi vittorie.