Elogio metaforico della donna in carne

A differenza della donna longilinea, la donna in carne , può essere paragonata a due specie animali.

La prima, è rappresentata dalla Balena, un animale mastodontico che negli oceani nei quali alberga, è sempre circondata da delfini e amici curiosi, ha una vita sessuale molto attiva, canta e alleva i figli con molta tenerezza.

Di conseguenza la donna in carne, quando si distende sul letto  nuda, in camicia da notte o semplicemente in mutandine e reggiseno, assomiglia ad una balena piena di libido che suscita eccitazione fino alla masturbazione folle; o meglio ancora se si riesce a possederla per farla godere si raggiunge un simultaneo orgasmo paradisiaco.

Se poi consideriamo il kamasutra, quando in un atto sessuale, la femmina grossa “parafrasando il grande Lino Banfi”, assume una posizione da dietro volgarmente detta pecorina, più che una pecora, la curvy, assomiglia ad una mucca per eccitar’ di più: “ad una vacca da montare con ardore fino allo sfinimento, fino all’ultimo respiro.

Tuttavia, a differenza della longilinea, “paragonata ad una sirena”, secondo i ben documentati studi scientifici americani, la donna in carne, gode di più; peccato che, nel mondo della cinematografia porno, la curvy o BBW che dir si voglia, ha avuto un ruolo quasi sempre marginale “tranne che nei films americani”.

In compenso, in quest’ultimo periodo, la donna dalle forme giunoniche, si è fatta strada nel campo della moda;  molti stilisti tipo Gucci, le hanno assunte come modelle per promuovere le taglie conformate e non solo.

Per farla breve, la giunonica incute nell’immaginario collettivo una sorta d’istinto animalesco; durante un amplesso con lei, si ha la possibilità di mettere in pratica le più bizzarre fantasie indicibili e i più estremi feticismi.

Insomma le sue forme rappresentano per antonomasia, il segreto del piacere.  

M. L . “scrittore narrativa erotica e opinionista”

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