Come “evadere” dal carcere. Il nuovo libro di Gabriele Paolini

Neppure il carcere ferma il disturbatore più irriverente e acclamato della tv italiana, che torna a far parlare di sé tra gli scaffali delle librerie.
Come “evadere” dal carcere – L’umanità degli agenti di polizia penitenziaria, “angeli” in un inferno di emozioni (pp.118, € 13) è l’attesissima novità targata Pathos edizioni in uscita il 10 marzo.
A distanza da circa un anno dalla pubblicazione di Gabriele vi presenta l’artista Paolini, la prestigiosa casa editrice torinese, che già vanta nel suo catalogo autori-vip come Orlando Portento, Sylvie Lubamba, Carmen Russo e Serena Garitta e il cui fiore all’occhiello, il romanzo #Leggera come una piuma. Il mondo di Bea di Sara Fiorentino, ha venduto oltre 10 mila copie, pubblicherà il prossimo libro di Gabriele Paolini, in carcere a Rieti dal 21 giugno 2021.

Il volume è un toccante memoir in cui Paolini descrive la sua esperienza carceraria, le persone che ha conosciuto e con le quali condivide spazi e quotidianità. Scritto a quattro mani con il compagno di cella, l’equadoregno trentottenne Alvaro Molina, il libro alterna brani in prosa a disegni, illustrazioni, documenti, foto e testimonianze dei tanti e molteplici individui che da quasi ventuno mesi gravitano attorno a lui: detenuti, medici e secondini. «Il libro, frutto di una piccola, curiosa “magia” avvenuta all’interno della cella numero 6, è rivolto a tutti quegli agenti di polizia penitenziaria che svolgono quotidianamente e con professionalità il proprio lavoro – commenta Paolini – Alvaro Molina è, dopo mia madre, la persona più importante della mia vita. È un uomo che ama sua moglie e sua figlia più di se stesso, è il mio “speciale” porto delle emozioni». Continua Paolini: «Dopo il mio tentato suicidio nel dicembre del 2021, lui mi ha teso le mani e mi ha fatto capire che il carcere può diventare un’opportunità». Aggiunge Molina: «La stesura del testo mi ha permesso di avere un profondo sollievo interiore, il mio intento è quello di trasmettere speranza ad altri detenuti. Io e Gabriele ci siamo conosciuti in una situazione non semplice, abbiamo personalità distanti, ma abbiamo saputo arricchirci l’un l’altro».

«Ovviamente dedico questo libro a lui, al mio cellante Alvaro Molina – tiene a specificare Paolini – Attraverso i suoi occhi ho trasformato il carcere in un’esperienza da cui imparare. La sua persona è un punto di emozioni per il mio cuore, e non è un caso se ho scritto questo libro proprio con lui, è il frutto di un’amicizia speciale, fondata sul rispetto reciproco dei nostri mondi diversi».
I proventi del libro, infine, serviranno ad aiutare la famiglia di Molina a superare le difficoltà. Conclude il noto disturbatore: «Ho deciso di donare la mia parte di ricavato ad Alvaro, che lui aggiungerà alla sua fetta di guadagno, per aiutare economicamente la sua famiglia in questo periodo davvero difficile».