Cerca la madre e riceve lettera anonima: ‘Sei figlia di uno stupro, non cercarmi più’

 

La sua storia ha commosso l’Italia ed ha scatenato le discussioni social.  Non si è mai arresa Luisa, 29 anni, parrucchiera a Falcade nel bellunese, che da anni cercava la madre naturale. Sa di essere stata adottata e vorrebbe conoscerla. ‘Mamma è tanto che ti cerco, desidero incontrarti’ ha detto nel corso della popolarissima trasmissione di RaiTre Chi l’ha visto, dopo essersi rivolta al Gazzettino e al Tribunale che si è occupato della sua adozione. L’appello ha sortito gli effetti sperati ed alla fine l’auspicata risposta è arrivata. Non quella che Luisa sperava di ricevere ma un messaggio che l’ha spiazzata e scossa allo stesso tempo.  La giovane ha ricevuto una lettera anonima da una donna che sostiene di essere la madre di Luisa (non mancano i dubbi sulla reale provenienza della missiva). ‘E’ della madre naturale o è uno scherzo di cattivo gusto’  si chiedono durante il programma. Per questo Luisa dice a Federica Sciarelli: ‘Preferirei che queste parole me le dicesse guardandomi negli occhi’ .

A lasciare il segno è soprattutto il contenuto della lettera: Parole che lasciano il segno. ‘Luisa, non ho scelto io di chiamarti così, innanzitutto – si legge nella lettera, condivisa sulla pagina Facebook della trasmissione -. Non ho nemmeno scelto di averti, per me sei solo la più dolorosa ferita che ho avuto a 18 anni, altro che madre naturale. Ero una ragazza, più giovane di quello che sei tu ora. Tutto sognavo e tutto potevo sperare, ma non certo la violenza che ho subito e di cui sei simbolo’. ‘Ricordo i suoi maledetti occhi azzurri…’, scrive ricordando la violenza sessuale di cui è stata vittima, per questo ti chiedo di rispettare ‘la mia privacy. Non sbandierare sui media una storia melensa che non c’è. Rispetta il mio dolore e la mia solitudine’. ‘Se avessi avuto anche una sola buona ragione per volerti vedere avrei risposto agli appelli del Tribunale, non trovi? Infine, rispetta anche te stessa e, se accetti un consiglio – conclude -, non da una madre ma da una donna ferita, non giocare mai con le vite degli altri e nemmeno con la tua. Ti auguro di crescere nel rispetto, tuo verso gli altri e degli altri verso di te’.