C’era una volta la classe operaia

Carissimi lettori, carissime lettrici

Una volta, ai tempi del PCI e della CGIL dei sindacalisti veri, non di gomma come oggi il primo maggio, rappresentava per la classe lavoratrice oltre alla sua festa, l’occasione per fare  il punto sullo stato delle lotte e delle conquiste sociali ottenute.

Oggi, rappresenta solo la festa del lavoro o del non lavoro che dir si voglia; in quanto, con la trasformazione della sinistra da sinistra dei lavoratori “tutti dico tutti perché anche i commercianti e  gli artigiani, avevano e tutt’ora esistono ancora ma offuscate dal sistema, le loro organizzazioni di categoria: CONFESERCENTI e CNA confederazione degli artigiani”, a sinistra o presunta tale capitalistica, filo padronale ed annichilita alle posizioni governative per paura delle destre; ma pur di mantenere il privilegio del governo, governa con esse, la classe operaia, ha perso il suo punto di riferimento storico, ovvero: il sindacato cinghia di trasmissione del partito che aveva il compito di portare in parlamento le sue istanze per poi alla fine ottenere conquiste.

Ma che fine, ha fatto la classe operaia?

La classe operaia, una volta zoccolo duro dell’elettorato di sinistra, si è auto sgretolata con essa , ha preso altre strade, avendo perso colei che la difendeva, ovvero la sinistra ed il sindacato, col passar del tempo, divenuto sempre più cassa di risonanza del padrone, relegando l’operaio ad un ruolo marginale della serie: “chi si accontenta gode”; gettando alle ortiche anni ed anni di lotte e conquiste sociali, costate sacrifici anche in termini di vite umane.

Il primo maggio contemporaneo, è diventato sempre più appannaggio di una sinistra e di un sindacato d’elite, amante delle scampagnate e del granitico concertone, evento che manco la pandemia, è riuscito a smontare, occasione ghiotta offerta a cantanti e cantantesse sinistresi per narrare l’ennesima filastrocca del mondo migliore e da un anno a questa parte dell’andrà tutto bene, Madama la Marchesa! Un sindacato ed una sinistra astratti, privi di progettualità politica, se non quella di continuare a galleggiare, rendendo la classe lavoratrice orfana del suo punto di riferimento storico.

insomma “per farla breve”, si son sostituiti: “Di Vittorio, Berlinguer e Togliatti”, con Fedez, Chiara Ferragni e Vasco Rossi, comunisti col Rolex.

Mimmo Lastella “scrittore e opinionista”