Caro presidente Mattarella, si ricordi della Bari nord (Mimmo Lastella)

Esimio presidente della repubblica italiana Sergio Mattarella.

Le voglio ricordare che Lei, all’indomani dell’tragico incidente ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016 sulla tratta ferroviaria Corato-Andria, ebbe a dichiarare: “non sarete lasciati soli”.

Bene, a distanza di sette anni da quel tragico evento, e dopo mille peripezie burocratiche e odissee omeriche dei viaggiatori e viaggiatrici pendolari, abbiamo la tratta ferroviaria Corato-Andria finalmente riaperta.

Finalmente sì, ma fino ad un certo punto; in quanto, le odissee omeriche e le peripezie burocratiche, queste ultime dovute alla sindrome da burocratite acuta che da tempi remoti, affligge il nostro paese purtroppo, continuano. E non certamente per colpa dei cittadini utenti del trasporto pubblico, ma per la mala gestio di un azienda e aimè con la complicità assordante di istituzioni regionale e comunali; che fino ad oggi, si dimostrano sorde alle legittime richieste di lavoratori e lavoratrici pendolari, studenti e studentesse che chiedono di utilizzare “un treno, un autobus per raggiungere la propria residenza lavorativa o il proprio plesso scolastico fuori luogo ove essi risiedono.

Le faccio presente che la ferrovia del nord barese “ribadisco” un tempo mitica e gloriosa, è irta di disagi, disservizi e soppressione di treni quotidiani che comportano enormi sacrifici ai cittadini utenti, costretti a far tardi a scuola e sul posto di lavoro, con conseguenze anche di natura economica.

Le chiedo pertanto un suo autorevole intervento presso le istituzioni preposte affinché, si adoperino per porre fine a questa lunga odissea che a mio avviso nemmeno Ulisse nel Eneide, avrebbe sopportato; sì perché, questo status di cose e questo modus operandi tipico del più infausto capitalismo moderno, sta portando all’esasperazione. Di cittadini, padri e madri che si trasformano in madri coraggio pur di consentire ai propri figli e alle proprie figlie la frequenza scolastica quotidiana.

Caro presidente, si ricordi del 12 luglio 2016, di quei 23 morti e di quella frase: “non sarete lasciati soli”.

M. L scrittore e opinionista”