Abbattiamo le statue di Garibaldi

Carissimi lettori, carissime lettrici

Visto che si sta parlando di abbattimenti di statue, fenomeno antifa che proviene dagli Usa, dimenticando ciò che i soggetti ai quali queste statue appartengono, hanno rappresentato per l’intera comunità mondiale e nazionale; ma, sottolineando i lati negativi: “Cristoforo Colombo, razzista e colonizzatore, Indro Montanelli, pedofilo e schiavista”.

Allora, raccontiamo la vera storia di un uomo che per il politically correct e la storia ufficiale nazionale, ha contribuito all’unità d’Italia, consegnando le chiavi del regno delle due Sicilie al Re di Sardegna tal Vittorio Emanuele II; il quale, in realtà assieme al suo fido Conte Camillo benso Cavour, era unicamente interessato alle  sue ricchezze al fine di consolidare i debiti contratti con la corona inglese, nel celeberrimo incontro di Teano.

Sto parlando di un individuo che per la cultura sinistrese, era un repubblicano socialista; infatti, nelle sue famose spedizioni “una fra tutte la spedizione dei mille, indossava e faceva indossare ai suoi adepti banditi e camorristi; altro che patrioti, la camicia rossa”; ma, in realtà mercenario e schiavista in America latina.

Signori antifa dei miei stivali, quest’uomo porta il nome nientepopodimenochè  di Giuseppe Garibaldi,  il famoso eroe dei due mondi “descritto dalla storia ufficiale”.

DIFFERENZA DI ETICA E MORALE

Ferdinando II Re di Napoli, volle contrastare la cosiddetta: “tratta dè negri”, giudicandola: “un traffico abominevole”, tanto che, nell’autunno del  1839, promulgò una legge per prevenire e reprimere i reati conosciuti con il nome di: “tratta dè negri”.

Garibaldi, invece, dal 1854 al 1859, ebbe come principale attività proprio quella di “negriero”con la deportazione di schiavi nelle miniere di guano (potente fertilizzante) cilene.

Cari antifa, se vogliamo leggere la storia, leggiamola con i “libri a rovescio” cioè narrando i fatti reali e non artefatti come in questi ultimi 150 anni i signori detentori della cultura ce l’hanno propinata, facendo passare il Garibaldi come un eroe liberatore dal bruto regime borbonico che tanto bruto non era visto che sotto il loro governo, il sud era la zona più ricca e fiorente dell’italico stivale e che le prime opere di edilizia e  infrastrutturali, son proprio di origini borboniche e che, un loro monarca per il suo agire progressista, venne soprannominato: “Re comunista” Re Marconi.

Ma di che parliamo?

“Abbattete le statue di Garibaldi allora, fatelo per i posteri e per voi tanto dei meridionali non glie ne frega niente a nessuno salvo per attingere voti con false promesse”.

Fonte: “vento del sud, vento brigante”

Mimmo Lastella scrittore e opinionista.