25 aprile: “equipariamo i morti di vincitori e vinti” (Mimmo Lastella)

Carissimi lettori, carissime lettrici

Il 25 aprile, è la festa di liberazione dall’orrore nazifascista, ma puntualmente, come ogni anno, monta la polemica fra destra e sinistra al riguardo del significato effettivo di questa festa, ovvero da un lato si vuol ridefinire tale ricorrenza, come una festa di pacificazione nazionale, dall’altro, s’insiste sul carattere antifascista della stessa.

Ora, credo che a circa ottant’anni da quella data storica, si debba rivisitare la storia, ovvero equiparare i morti non più morti di serie a “morti partigiani” e morti di serie B “militanti e gerarchi fascisti, molti dei quali, col fascismo, non c’entravano proprio nulla.

La destra, riconosca come un valore storico l’antifascismo, pur facendo fatica a pronunciare quella parola essendo essa discendente diretta del fascismo; ma il fascismo ormai, non esiste più; oggi esiste un fascismo economico che tende a sottomettere i popoli ai poteri forti le cui regole, vengono dettate da Washington e Davos che sono a tutt’oggi i veri padroni del mondo.

E la sinistra “pur avendo tradito il comunismo e il socialismo”, riconosca il valore storico dell’anticomunismo; che, come l’antifascismo, esiste.

In parole povere si chiudessero una buona volta i conti con la storia che rimane solo storia da raccontare ai posteri e si apra una nuova stagione, una stagione che metta d’accordo tutti, vincitori e vinti e si riconoscano i morti, come morti, e non morti di serie A e morti di serie B

Si ricordino gli antifascisti moderni che tre anni fa “in occasione della pandemia”, hanno imposto ai cittadini italiani regole e restrizioni che rivenivano dalle leggi naziste; e solo ora, riscoprono la libertà e la costituzione.

M. L. “scrittore e opinionista”